Nel cavo l’emozione della musica. Tre professionisti con REFERENCE CABLES


BigBox Magazine – Pubbliredazionale – n.79 (marzo-aprile 2022)

Un direttore d’orchestra, un arrangiatore e un sound engineer, tre personaggi importanti della musica italiana riuniti per una speciale intervista nello storico Studio Emme di Calenzano (FI).
È il proprietario dello studio, il sound engineer/musicista Marzio Benelli, a fare gli onori di casa ai suoi ospiti: il compositore/arrangiatore Marco Falagiani e il direttore d’orchestra Diego Basso, anche loro dotati di un proprio studio di pre-produzione. Ciò che li accomuna, oltre a un’amicizia di lungo corso, è proprio l’aver cablato nuovamente i propri ambienti di lavoro con cavi e stage box Reference, a cui hanno riconosciuto la capacità di preservare, fin dall’origine del suono (in diretta o via microfono) al mixaggio e alla masterizzazione fino all’ascolto tramite monitor audio la natura del “tono” originale, quella che ascoltiamo dal vivo e che costituisce l’anima della musica capace di emozionarci.

Marzio, quando hai scoperto i cavi Reference e perché hai deciso di consigliarli ai due tuoi amici?

Marzio Benelli La ricerca del cavo migliore è sempre stato il mio pallino, anche perché sono nato musicista e, non contento di quello che ascoltavo quando registravo in studio, ho deciso di andare dall’altra parte del microfono per fare ricerca. Quando è arrivato Angelo Tordini in studio con i suoi cavi, li ho provati per curiosità e ora non riesco più a tornare indietro. Li uso sia per registrare con i microfoni dal vivo [Reference RMC01] sia per registrare in studio dove li ho usati anche per collegare i monitor audio [Reference RMCS01TW] e sono entusiasta.

Quando li ho ascoltati la prima volta, ho pensato di confrontarmi subito con due persone di cui mi fido, e cioè Marco e Diego. Tutti e tre abbiamo notato che c’era una grande differenza tra i Reference e i cavi che stavamo usando. Ed è straordinario che Reference produca cavi per ogni tipologia di strumento. L’ultimo che ho provato è quello per il rullante della batteria [Reference ULTIMO.RCM per la pelle battente e RMC01 per la risonante], che ho potuto inserire a metà di una produzione. Rispetto alle registrazioni precedenti fatte con altri cavi, sembrava di essere in un altro studio.

Marco, con i cavi Reference si possono evitare quegli interventi  di eq che di solito si è costretti a fare sul canale del mixer per “correggere” il suono degli strumenti, giusto?

Marco Falagiani Quando usi un altro cavo devi intervenire quasi sempre perché non rispetta la fonte del suono. Producendo cantanti da oltre vent’anni a fianco di Giancarlo Bigazzi sono diventato un profondo cultore della voce, che rappresenta l’anima della canzone e del racconto. La qualità del suono della voce per me è la cosa più importante in assoluto. Io vivo con una cantante che ha un bellissimo timbro di voce e con la quale ho potuto fare tutte le prove per capire qual è il suo miglior suono registrato e devo dire che quando ho usato il primo cavo Reference sulla voce mi si è aperto un mondo. Sono rimasto colpito anche dai cavi per le casse audio per la carica emotiva che arrivava. È proprio vero che quando le cose funzionano per passaparola, significa che funzionano veramente!

Marzio Benelli Una cosa che non capisce chi è nato dagli anni Ottanta in poi è che il suono registrato con tutte le proprie armoniche rende più facile il lavoro all’arrangiatore. Perché i brani dei Beatles o dei Led Zeppelin con tre o quattro strumenti riempivano tutto lo spettro armonico dando un piacere sonoro oltre che per la qualità della composizione? Perché il materiale usato negli studi era di primissima qualità come è la qualità dei cavi di Reference. Infatti con questi cavi è più facile fare le produzioni per i suoni ricchi di armoniche e il cantante stesso si “esprime” meglio per il godimento che prova nell’ascoltare la propria voce.

Maestro Basso, parlando di armoniche, ciò che troviamo all’interno di un’orchestra è la vera ricchezza.

Diego Basso Quando lavoro con un’orchestra, mi arriva un suono che è respiro, un’anima che mi segue e fa quello che chiedo. Prima di scoprire i cavi Reference, quello che chiedevo all’orchestra non usciva dalle registrazioni, nonostante fossero stati usati microfoni e apparecchiature al top. Ora invece sento perfettamente quello che l’orchestra mi stava restituendo mentre stavo registrando. Che io diriga Mascagni, Puccini, ma anche i Queen o i Toto… qualsiasi mondo musicale io affronti, dalla classica al rock sinfonico, la differenza la fa ritrovare nell’ascolto della registrazione quello che ho trasmesso all’orchestra. Usando Reference ho anche capito quanto un altro cavo possa essere in grado di deteriorare la bellezza e la pienezza di un suono, la sua definizione.

Al di là della qualità dei suoi prodotti, Reference ha il merito di aver trasmesso a musicisti e tecnici anche la consapevolezza di quanto sia necessario ascoltare come “suona” un cavo rispetto a un altro, cioè quanto sia determinante il ruolo del cavo all’interno della catena audio.

Diego Basso Quando, ascoltando una registrazione, il suono arriva così com’era nella realtà, ti arriva anche il cuore e l’anima della musica che hai registrato.

Riuscire a mantenere la qualità del cablaggio lungo tutta la catena audio, però, non è sempre possibile.

Marzio Benelli Di recente ho registrato una band in studio che aveva bisogno di 16 connessioni e io avevo solo 12 cavi Reference. Ho fatto in modo che bastassero quelli che avevo e alla fine sono riuscito a registrare senza dover dare a qualche musicista un cavo diverso penalizzandolo. C’è da dire che, da quando ho questa attenzione nei confronti dei cavi, mi metto ad ascoltare come suonano anche quelli di altri produttori e quando mi soddisfano li uso senza problemi.

Marco, quando si rivaluta il ruolo dei cavi si finisce per rivalutare anche la qualità degli strumenti?

Marco Falagiani Certo. A me è successo con il pianoforte. Da quando lo registro usando i cavi Reference è cambiato tutto. Sono fortunato perché lo registro in una stanza in cui suona già bene, ma dove i cavi Reference vanno colpiscono sempre. Tanto che ora ho un po’ di ansia perché ho cambiato la posizione del piano nello studio e il cavo Reference non ci arriva più…

Maestro Basso, c’è una produzione recente che possiamo citare tra quelle in cui hai usato cavi Reference?

Diego Basso Di recente abbiamo realizzato due lavori. Il primo è stato Roby Facchinetti Symphony, che ha coinvolto un’orchestra registrata a Budapest e una nel mio teatro a Castelfranco Veneto, usando cablaggi Reference. L’altra produzione è quella del singolo “Forever and Ever With You” del cantante lirico Luca Minnelli che ho co-prodotto con Brian May. Anche in questo caso la registrazione dell’arpa e il timpano sono state fatte con cablaggio Reference. A proposito dell’arpa, in una produzione che abbiamo fatto qui nello studio di Marzio abbiamo dovuto abbassare l’arpa di 5 dB perché il suono dello strumento era molto presente ed espressivo. Quello che accade con i cavi Reference è che non devi esasperare nessun suono e tutto rimane più naturale anche quando è ricco di armoniche.

Omaggio a Ennio Morricone a 2514 metri, con l’Orchestra Ritmico Sinfonica diretta da Diego Basso. Flauto solista Andrea Griminelli. Col Margherita ski area San Pellegrino, 9 Settembre 2020

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